domenica 26 ottobre 2008

Introduzione al libro Affari Cinesi

Estratto dal libro Affari Cinesi

I manuali sulla Cina, voltata e rivoltata da ogni punto di vista, hanno sommerso gli scaffali delle librerie, così come le pubblicazioni tecniche sugli aspetti societari, fiscali e legali sulle attività in Cina. Consulenti, esperti, avvocati internazionalisti, hanno autorevolmente detto tutto su questi aspetti. Non intendiamo dunque ripercorrere questi passi, vogliamo invece fornire un manuale di istruzioni pratico, concreto, pragmatico a chi, imprenditore, manager o consulente, si trova di fronte a concreti problemi operativi nella gestione delle China Operations.
Sono voci dal campo, estratti di vita quotidiana di chi si trova ogni giorno ad affrontare i problemi che la corsa alla Cina presenta quotidianamente, a fianco di imprenditori, manager e personale italiano delocalizzato. Il taglio che troverete su questo testo è quindi di tipo industriale e manageriale, steso con un linguaggio il più possibile piano, mutuato dal quotidiano dell’industria e del management. Non c’è pretesa di completezza e esaustività nella trattazione, intendiamo limitare il campo alle modalità operative, ai casi pratici, agli esempi, cercando, dove possibile, di offrire un contesto culturale per la migliore comprensione del fenomeno Cina. Il solo intento è quello di cercare di far sbagliare un pò meno gli operatori, fornendo esperienze già vissute che possono servire da esempio, monito o indirizzo.
Saremo comunque costretti a citare in molti casi aspetti legali e amministrativi, che non approfondiremo in questa sede, ma che possono essere di grande interesse per i lettori.
Rimandiamo quindi da subito al sito di Dezan Shira & Associates, la maggiore struttura consulenziale italiana in Cina, con 9 uffici nelle maggiori città cinesi, oltre duecento dipendenti e collaboratori diretti. Il sito di riferimento, dal quale sono accessibili molte aree di approfondimento specialistico è http://www.dezshira.com/
Qualora anche l’approfondimento nel sito non fosse sufficiente, maggiori dettagli possono essere ottenuti inviando una mail a italiandesk@dezshira.com
Analogamente, per l’approfondimento degli aspetti strategici e operativi che non trovino adeguata soddisfazione in questo manuale, possono essere richiesti a bosco@keenscore.com
A conclusione di questa introduzione, due parole sugli aspetti morali ed etici del lavorare in Cina.
Non è certo questa la sede per una trattazione sui diritti umani e sulla situazione sociale cinese, che pur rappresentano un elemento importante del contesto socio-economico del Paese, e che sono sempre nello sfondo di chi vi opera, ma mi piace ricordare un episodio che a mio avviso rappresenta bene quello che oggi l’intellighenzia cinese, anche quella non allineata, pensa del sistema sociale.
A cena con un docente dell’università di Shenzhen, di grandi vedute e di grande preparazione culturale, gli argomenti toccano gli aspetti etici del sistema economico cinese. Ad una mia precisa domanda in merito ai diritti civili, il docente mi risponde con una affermazione a cui, al momento, non ho trovato replica:

“Il sistema cinese ha tolto dalla povertà 300/400 milioni di persone negli ultimi 20 anni. Questo è il primo diritto civile. Nessun altro sistema al mondo ha saputo fare altrettanto”.

Come dire: stiamo stiamo uscendo da 40 anni di isolamento internazionale e di sviluppo bloccato. Prima pensiamo a sfamare la gente, poi penseremo alla democrazia.
Possiamo condividere o meno. Certo, fa riflettere.
L’impressione che si ha vivendo in Cina, è che il sistema conosca perfettamente le sue contraddizioni, e che agisca per risolverle, con i tempi e le modalità concesse da un Paese di 1 miliardo e 300 milioni di persone, modalità poco note, o poche comprese in Occidente.
Ad esempio, non si ha notizia in Italia della recente delibera del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese che ha fissato come una delle maggiori priorità del Paese la copertura del gap nei redditi tra città e campagna. Questo aspetto sintetizza tutte le grandi contraddizioni del Paese, le differenze di reddito sono la fonte della sperequazione tra classi sociali, con tutto quello che ne consegue. Anche la politica dello sviluppo delle città cosiddette “di seconda fascia” (all’interno del Paese, fuori dalle zone costiere che si sono sviluppate per prime), con forti incentivi all’investimento, e creazione di importanti poli industriali e tecnologici, rientra in questa politica di perequazione dei redditi.

Nessun commento:

Posta un commento