domenica 26 ottobre 2008

Vendere in Cina. Italian Style - China Made

Estratto dal libro Affari cinesi

Esistono gia numerosissimi esempi di imprese italiane che stanno operando con questa logica: prodotto italiano, produzione cinese. Un settore di punta nel quale molte PMI italiane sono gia attive, è quello dell’automotive.
Il passo veloce dei grandi marchi europei di automobili, da anni delocalizzati in Cina, ha costretto molti produttori italiani a fornire dalla Cina gli stessi prodotti precedentemente forniti dall’Italia. Credo che nessuno dubiti del fatto che le componenti fornite a Vokswagen, Piaggio o Toyota da aziende straniere in Cina debbano essere di qualità analoga a quelle prima fornite dall’Italia, dalla Germania o dal Giappone.
Allo stesso modo ci sono esempi di ottimizzazione e integrazione dei sistemi produttivi da parte di imprese italiane, che si mettono in condizione di maggiore competitività sui mercati mondiali, permettendo a loro partner cinesi di produrre in Cina per loro conto, o per la distribuzione in JV sul mercato cinese (mediante trasferimento di tecnologia, o semplicemente con contratti di licenza), prodotti finiti, semilavorati o componenti di progettazione italiana.
In questo modo le imprese italiane riescono a rimanere competitive in un mercato dal quale Cina e India le stavano estromettendo, grazie ad un migliore rapporto qualità/prezzo.
Produrre in Cina componenti, macchine, impianti, mantenendo in Italia il valore software rappresentato da R&D, progettazione, styling, si sta rivelando, per molte imprese italiane, un vero toccasana per sostenere il Brand sui mercati internazionali e i tassi di occupazione in Italia, senza rinunciare ai margini che l’esasperazione competitiva ha eroso negli ultimi anni.

Nessun commento:

Posta un commento