domenica 26 ottobre 2008

Risparmi finti, costi veri

Estratto dal libro Affari Cinesi

Questo elemento è molto forte nella prassi di avvio di una Società in Cina. Come dicevo, nasce dalla presunzione di poter agire in Cina sulla scorta delle proprie esperienze, considerandole sufficienti ad affrontare le sfide cinesi. Non è così . Dopo un pò tutti diventano consapevoli che la Cina è un mondo diverso. Questa tardiva consapevolezza può costare cara.
Un altro elemento legato ai finti risparmi è la scarsa propensione all’investimento che, combinandosi con la scarsa conoscenza del Paese, fanno diventare costi veri quelli che sembrano risparmi, che si rivelano quasi sempre finti.

Vediamone alcuni:

  • Affidarsi ad un economico studio legale e amministrativo cinese, anziché ad una struttura internazionale (piú costosa)
  • Selezionare il personale sulla base di indicazioni, suggerimenti, raccomandazioni del partner o del contatto locale
  • Scelta del partner con cui avviare le operazioni. Anche in questo caso c’è molta occasionalità. Spesso il partner è una conoscenza superficiale o quasi. Al partner cinese viene talvolta affidata la completa gestione della Società. Il controllo è molto scarso. Gli effetti disastrosi, in termini economici ma anche di responsabilità legale (fisco e diritto del lavoro in particolare)
  • Avviare una iniziativa sulla base di pochi dati parziali. Abbiamo visto casi di imprese gasate dal mercato, sulla base di un esperienza di alcuni giorni o alcune settimane in Cina. Qualche spettacolarità, in cui i Cinesi sono abilissimi, è sufficiente a convincere l’azienda che la Cina è il suo futuro, e che il partner è quello giusto.
  • Non eseguire una due diligence prima di avviare una JV o addirittura di acquisire in parte o in toto un’azienda cinese. La due diligence è uno strumento di estrema utilità
  • Emettere ordini ad aziende sconosciute
  • Non eseguire controlli di qualità

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