domenica 26 ottobre 2008

Vino italiano in Cina: chi l'ha visto?

Estratto dal libro Affari Cinesi

Troviamo invece piazzati in maniera eccellente la Spagna, la Francia, e i grandi produttori di vino cileni, neozelandesi, sudafricani, californiani, che stanno letteralmente invadendo gli scaffali dei supermercati. Nessuna traccia dei nostri grandi olii (quelli a marchio italiano presenti sono già di proprietà spagnola), dei prodotti tipici italiani, dei succhi di frutta, dello scatolame di qualità (ben piazzati tedeschi e americani).
Pochissimi i vini italiani, ripartiti in due grandi livelli: il livello Brunello (venduto a oltre 2.000 RMB, e i modestissimi e anonimi rossi da tavola, abbigliati per l’occasione con una sgargiante etichetta-civetta, venduti sotto i 200 RMB (Sono prodotti che alla cantina hanno un prezzo inferiore ai 2 Euro). I nostri Prosecco e Franciacorta? I nobilissimi vini Piemontesi, Toscani, Friulani e Siciliani? Nessuna, o al massimo qualche pallida apparizione. Le problematiche statistiche cinesi dicono che l’import del vino in Cina è raddoppiato nel 2007, che la Francia ha pure raddoppiato le sue esportazioni nello stessso anno, arrivando a quota 15.517,251 di litri, l’Italia è ferma a quota 5,113,181, seguita dalla Spagna a quota 3,399,425 litri.Con una quota di mercato del 37% in volume, la Francia gode di una posizione privilegiata e difficilmente scalzabile. In termini di valore la posizione è ancora piú forte, assommando l’export a 56,3 milioni di Euro, mentre in questa classifica è seguita dall’Australia (19,8%) e dall’Italia (9,7%). Questo significa che non solo esportiamo poco vino, ma riusciamo ad esportare soprattutto vino economico. Al contrario, la media del prezzo all’import dei vini francesi nel 2007 è salita del 25%., a fronte comunque di un incremento medio del prezzo dei vini importati del 60%.
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Nel 2000 il governo cinese indisse una gara per mettere a dimora 24 ettari di viti a Taishi, nella fredda provincia dell’Hebei (a circa 100 kilometri da Pechino, e per fornire tutti gli impianti di lavorazione dell’uva e di produzione del vino. Si tratta di un’azienda dimostrativa (denominata Sino-French Grape Growing and Winemaking Demonstration Farm, inaugurata il 13 Novembre 2006, dopo 5 anni di lavori), ma che, come vedremo, ha già buone attività commerciali.
La gara fu vinta da una Società di Consulenza Franco-Cinese (la France-Tech-China Ltd)[1], con sedi a Bordeaux e Hong Kong, e con un ufficio a Shenzhen, che ha messo a dimora le viti, e ha fornito tutti gli impianti di cantina.
Le 16 varietà di vitigni messe a dimora sono ovviamente rigorosamente francesi.
A noi Italiani, maestri nella produzione dei macchinari e impianti per la vinificazione, oltre che mastri vinai, questa gara deve essere sfuggita! Gli impianti forniti dai francesi per questa iniziativa, sembrerebbero essere italiani, secondo la descrizione del sito, ma il cuore commerciale e industriale dell’iniziativa è tutto dei francesi.
La Società Franco-Cinese autrice dell’iniziativa, dichiara apertamente su un sito francese,[2] di avere come obiettivo la vendita ai contadini cinesi di piccolo impianti (in kit) per la produzione del vino, e di voler creare la prima DOC cinese.
Ora la Società ha cominciato a produrre il proprio vino e a commercializzarlo nella grande distribuzione. La politica di prezzo è estremamente oculata, i vini rossi sono posizionati intorno ai 16-18 Euro, molto al di sopra dei vinelli (o vinacci) cinesi, che troviamo a 3-4 Euro, ma appena al di sotto dei vini europei di primo prezzo, che si trovano a partire da circa 20 Euro.
Questi vini potrebbero ben essere venduti al pubblico a 8-10 Euro, sicuramente ancora con margini interessanti, ma sia i produttori che la Grande Distribuzione se ne guardano bene dal farlo, e mantengono il loro posizionamento intorno ai 18 Euro. Da cosa deriva questa loro capacità?
Dal semplice fatto che l’etichetta riporta molto in evidenza che il vino è si cinese ma fatto con la famosa tradizione francese (specificando di Bordeaux). Quindi, vino cinese ma tecnicamente francese. I nomi dei vini poi, riportano la dicitura Chateau. Come dire: French Style – China Made. I francesi ci hanno pensato prima di me, non ho inventato nulla.

1 commento:

  1. sono un cinese che vivo tanti anni in italia. hai ragione.

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